venerdì 7 febbraio 2014

La promessa di Lupi: “Non esco di qui finché ho la data di inizio lavori del raddoppio”, promesse mai mantenute da oltre 40 anni





Andora. “Confermo che i tempi per la realizzazione del raddoppio sono quelli di due anni dall’inizio dei lavori, il problema è confermarli oggi: io non esco di qui finché non so quando inizieranno i lavori”. Una posizione decisa quella espressa dal ministro Maurizio Lupi durante il sopralluogo sulla frana che ad Andora ha causato, lo scorso 17 gennaio, il deragliamento dell’Intercity 660.
Lupi ha sorvolato la zona con un Atr 42 della Guardia Costiera, confermando che i lavori verranno fatti via mare con un pontone. “La prima impressione è che è un miracolo che non sia accaduto di peggio – racconta – per le 200 persone che erano su quel treno le conseguenze potevano essere disastrose. La seconda è che costruire il raddoppio è indispensabile e necessario. Adesso faremo una riunione tecnica, non solo per rimuovere al più presto il problema e ripristinare il collegamento con Ventimiglia nelle sei settimane previste, ma anche per sbloccare immediatamente il cantiere. Qui siamo in una situazione paradossale: ci sono i soldi, ci sono le risorse, ci sono le imprese e il cantiere è fermo da sei anni”.
A fargli eco il sindaco di Andora, Franco Floris, che ha lanciato un appello: “Certo ora la priorità è il ripristino della linea ferroviaria interrotta dalla frana, ma poi si deve agire per la riapertura del cantiere per il completamento del raddoppio ferroviario nella tratta Andora – San Bartolomeo e chiarire se ci sia la disponibilita’ del milione e mezzo di euro necessari al raddoppio fra Andora e Finale ligure. E’ in gioco il futuro economico del questa zona del Ponente Ligure”. Il primo cittadino ha anche chiesto lo svicolo dal Patto di stabilità per i fondi destinati alla prevenzione dei danni da eventi meteo.
                                   
Il ministro è quindi entrato in una riunione operativa con i parlamentari liguri, i rappresentati delle istituzioni regionali, provinciali ed i sindaci delle province di Savona ed Imperia. “Adesso sentiremo i tribunali, la prefettura e la procura – ha detto il ministro prima di entrare – per capire la ragione per cui non si può entrare in possesso dei cantieri: Ferrovie ha riappaltato i lavori, ci sono le tre imprese e quindi i 240 milioni destinati a realizzare i primi 16 km devono partire”.
Poi bisognerà ragionare sulla prevenzione, ha detto il ministro, mettendo in sicurezza tutto il tratto ferroviario da La Spezia a Ventimiglia: “Su questo abbiamo chiesto la settimana scorsa a Ferrovie dello Stato di presentarci un progetto con la mappa degli interventi; ora faremo questa riunione e poi diremo cosa faremo”.

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