sabato 16 novembre 2013

Inesattezze o balle sul vivaio comunale

Senza entrare nel merito sulla inadeguatezza ravvisata dalle opposizioni sulla struttura del vivaio comunale,al quale non sono in grado di esprimere un giudizio,alcune considerazioni su quanto affermato da sindaco e consigliere delegato. Con la riapertura del vivaio comunale c’è un risparmio effettivo per le casse comunali? assolutamente no e ne motivo il perché. L’amministrazione avrebbe fatto meglio a motivare la riapertura come un operazione di prestigio . A livello di immagine e come da tradizione,avere il proprio vivaio per produrre le essenze da piantumare nei giardini pubblici, avrebbe creato probabilmente meno polemiche ,trovando il favore della maggior parte della cittadinanza. Continuare sul tasto del risparmio per i contribuenti è pura demagogia. Il motivo è semplice, con l’avvento dell’euro ,terricci ,concimi ,disinfettanti e gasolio hanno subito un sensibile rialzo, tanto che a piccole quantità ,come potrebbe essere la produzione nelle piccole serre del vivaio comunale, risulta sconveniente la coltivazione. Questa affermazione è supportata dal fatto che a fronte dell’aumento cospicuo delle materie prime per la coltivazione ,non vi è stata la crescita dei prezzi delle piantine vendute all’ingrosso.Nella piana di Albenga, la riconversione massiccia da prodotti orticoli a floricoltura. ha fatto si che l’enorme quantità di piantine prodotte provocasse il congelamento dei prezzi all’ingrosso .Esempio pratico? i ciclamini 20 anni fa all’ingrosso venivano offerti da 4000 a 5.500 lire, adesso il prezzo varia dai 2 euro ai 2,50, l’importo in questo caso è addirittura sceso. Ma tranne poche varietà ,tutte le piante fiorite che i giardinieri piantumano nelle aiuole hanno seguito questo trend. In parole povere costa molto meno comprare le piantine già pronte che produrle. Se l’importo speso per il gasolio, che l’ex assessore Nattero ha riferito nel penultimo consiglio comunale sembra eccessivo, la dichiarazione della consigliera Nattero, di accendere le caldaie per un limite di 40 giorni non è sufficiente per una produzione ottimale. La stessa ha precisato che si utilizzerebbero piante che non necessitano di riscaldamento ma le essenze che normalmente si piantumano nelle aiuole lo richiedono.Si finisce che per risparmiare il gasolio si vada comunque a comperare dai fornitori albenganesi, in questo caso ottenendo una crescita ulteriore dei costi di gestione. L’affermazione del sindaco Canepa che con la produzione nel vivaio ci sarebbe anche un risparmio di tempo da parte dei giardinieri che perdono intere mattinate per andare ad Albenga a caricare la merce è infondata. Il motivo ? tutti i vivai dove si rifornisce il comune, pur di vendere, porterebbero con i loro mezzi la merce ad Alassio senza particolari costi aggiuntivi. In conclusione , la riapertura del vivaio comunale ha una valenza di prestigio ,ridà lustro ad una tradizione di decenni ,non parlate però di risparmio ,quello proprio non ce n’è

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